Borghi arroccati in suggestivi scenari naturalistici, architetture medievali, storie e leggende, e ovviamente tanti prodotti genuini, tra cui molte erbe e verdure, che sono alla base della cucina tradizionale ligure, semplice ma gustosa. La Liguria di Ponente è uno scrigno in cui abbondano i gioielli: piccole località che meritano una vacanza slow all’insegna della cultura, dell’aria buona e del mangiar bene.
Partiamo il nostro viaggio in dieci tappe tra entroterra e riviera ligure di Ponente.
Bordighera
Località balneare molto apprezzata per il clima e la bellezza del suo mare, Bordighera è tappa interessante anche dal punto di vista storico-culturale. Negli anni è stata frequentata da personaggi illustri del mondo della cultura, le cui testimonianze si trovano tutt’ora nelle splendide ville della città. Le imperdibili: Villa Regina Margherita, Villa Mariani, Villa Garnier e il Municipio di Bordighera. Suggestiva anche la visita al Giardino Esotico Pallanca, con il suo patrimonio naturalistico di tremiladuecento specie di piante.
Cosa mangiare – Primi profumati e saporiti come le lasagne di borragine e i maccheroncini a ‘u tuccu, il ragù tradizionale ligure. Tra i secondi l’agnello coi carciofi, il capretto al mirto e aceto balsamico, gli involtini di verdure e carne.
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Airole
Un borgo suggestivo della Liguria di Ponente, immerso in una splendida valle di ulivi. Airole è arroccato su uno sperone a picco sul fiume Roja. Le origini medievali si ritrovano ancora nella struttura ad anelli concentrici dell’abitato e nelle sue stradine strette (i carruggi) molto graziose e instagrammabili. Da vedere il Museo dell’Olio e della Civiltà Contadina e l’imperdibile vigneto A Trincea, dove i caratteristici muretti a secco che permettono la coltivazione della vite formano un vero e proprio anfiteatro naturale. Tra le tradizioni di Airole, anche la lavanda che qui viene coltivata e distillata da molto tempo.
Cosa mangiare – Galeti e Mariete, dolcetti tipici a base di farina e uvetta, la cui ricetta viene tramandata di generazione in generazione. Da accompagnare magari a un bel bicchiere di Vino Roccese, chiamato così proprio per il sistema di coltivazione basato sull’antico metodo ligure che prevede l’inserimento delle piante in quel poco di terreno che si riesce a reperire tra la roccia o nei muretti a secco.
Dolceacqua
Sicuramente uno dei borghi più belli al mondo! Dolceacqua è stato infatti uno dei soggetti preferiti di Claude Monet che è stato qui più volte e ha dipinto i simboli del borgo: il Castello dei Doria e il suggestivo ponte medievale sul torrente Nervia. Il corso d’acqua divide Dolceacqua in due: la parte antica, ai piedi del Monte Rebuffao, dominata dal Castello dei Doria e chiamata “Terra” e la parte più moderna, chiamata “Borgo”. Da vedere i carruggi del centro storico, facendo attenzione anche alla bellezza dei portali degli edifici.
Cosa mangiare – La Michetta, una sorta di panino dolce dalla storia antica e che trovi in tutti i negozi del posto. Da bere certamente il Rossese di Dolceacqua (la prima DOC in Liguria), vino squisito prodotto in un numero limitato di bottiglie.
Pigna
Anche in Liguria ci sono le montagne! E Pigna ne è uno degli esempi più suggestivi. Ci troviamo nell’Alta Val Nervia e le cime sul versante nord della valle (che superano anche i 2000 metri) segnano il confine con Francia e Piemonte. Si tratta di una piccola località composta da due centri abitati: Pigna, il capoluogo, e Buggio, la frazione. Da vedere le architetture medievali del borgo, la Loggia della Piazza Vecchia, un “balcone” panoramico sulla vallata e alcuni pregevoli esempi di pittura quattrocentesca. Sulla strada provinciale ci sono anche le Terme, la stazione termale più famosa della Liguria.
Cosa mangiare – Due i prodotti tipici. Il fagiolo bianco di Pigna, che è presidio Slow Food con quelli di Badalucco e Conio, e la Toma di Pecora Brigasca. I piatti tradizionali sono capra e fagioli e gran pistau (“grano pestato”).
Apricale
È il borgo degli artisti. Amato e frequentato da pittori, il centro storico di Apricale è arricchito da botteghe d’arte, localini graziosi e soprattutto da una cinquantina di murales sulle facciate delle case. Da vedere il Castello della Lucertola con l’annesso museo, e il campanile della Chiesa: guarda bene in alto perché vedrai una bicicletta installata proprio lì sopra! E poi c’è la piazza principale del paese che è davvero molto scenografica.
Cosa mangiare – La specialità tipica è rappresentata dalle pansarole, frittelle dolci servite con lo zabaione caldo. Ma qui si mangia anche la torta verde (con le verdure di stagione) e lo stoccafisso brandacujùn (mantecato).
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Taggia
Un Comune, due anime. Arma di Taggia è un piccolo paradiso per gli amanti del sole e del mare, mentre Taggia rappresenta il cuore agricolo. Non è quindi solamente una destinazione balneare della Liguria di Ponente come molti credono. Da non perdere il centro storico e soprattutto lo splendido ponte medievale con le sue sedici arcate. Un’altra preziosa testimonianza architettonica da vedere è il convento di San Domenico, che risale alla seconda metà del 1400.
Cosa mangiare – Qui nasce la deliziosa oliva taggiasca, la regina della tavola di tutta la Liguria. Ottima per l’aperitivo ma anche per ricette tradizionali, come il coniglio, è ovviamente anche la madre del delicato olio ligure. Da gustare anche i canestrelli e i biscotti al finocchio.
Triora
Uno dei Borghi più Belli d’Italia. Qui si vive di pane e magia, sì perché Triora è conosciuto anche come il paese delle streghe. Le stradine e le pietre della cittadina raccontano storie di “strie e di basue” (streghe e magie): nel 1588 alcune donne di Triora furono vittime di un sanguinoso processo per stregoneria. Oggi è tutto documentato negli atti in mostra nel piccolo Museo Etnografico e della Stregoneria. Da vedere anche la Cabotina, piccola costruzione dove la leggenda racconta che si riunissero le streghe.
Cosa mangiare – Il prodotto tipico da gustare è senza dubbio il pane di Triora. Scuro e casareccio, preparato con farina e crusca, questo pane è squisito con un’altra specialità del territorio: il bruss o bruzzo. Un antico formaggio d’alpeggio di ricotta fermentata con erbe e spezie dal sapore leggermente piccante.
Perinaldo
Da qui si guardano le stelle. Perinaldo sorge su un crinale che offre uno splendido panorama sia sul mare che sui monti circostanti. Il borgo medievale, nato sui ruderi di un antico castelliere, ospita anche un famoso Osservatorio Astronomico, in onore di Gian Domenico Cassini che nacque qui e arrivò fino alla corte del Re Sole, a Parigi. E’ possibile fare osservazioni notturne in compagnia di un astronomo.
Cosa mangiare – Sulle tavole del paese abbonda il carciofo di Perinaldo, presidio Slow Food. Si tratta di un carciofo tipico, importato dalla Provenza in età napoleonica, che è senza spine, tenero e cresce quasi come un ortaggio selvatico. Ovviamente è protagonista di molte delle ricette tradizionali: dalle torte di verdura agli gnocchetti, fino ai piatti di carne (coniglio, salsiccia).
Seborga
Un piccolo principato, che ha ancora il re con le sue leggi e la sua moneta. Siamo sempre in Italia, ma qui la storia rivive ogni giorno. Tra i vicoli di questo borgo della Liguria di Ponente merita una visita il Palazzo dei Monaci che era la sede della Zecca, dove venivano battuti i Luigini, l’antica moneta del Principato di Seborga. Oggi si possono acquistare per ricordo. Bella l’Esposizione permanente di strumenti musicali, profumate e colorate le mimose e ginestre “seborghine” che testimoniano la tradizione fioricola del paese.
Cosa mangiare – Il coniglio alla seborghina e la focaccia verde. Quest’ultima si chiama così per la presenza delle verdure sull’impasto della pizza. Come per molte specialità liguri, quando parliamo di verdure intendiamo erbe e aromi raccolti in natura e che quindi variano di stagione in stagione.
Castelvecchio di Rocca Barbena
Borgo medievale che si arrampica fino a 1100 metri, Castelvecchio di Rocca Barbena ha un aspetto unico quando ci appare davanti all’improvviso, con il Castello dei Clavesana e la Borgata Fontana sottostante. Per vederlo in tutto il suo splendore fermati in uno dei tornanti della strada provinciale che sale al borgo. Tra le bellezze da ammirare, le case in pietra da cui in alcuni casi sporgono forni privati con camera di cottura, oltre alle volte e agli archi che le reggono l’una con l’altra, ma anche i vecchi lavatoi, la piazza della Torre dove aveva sede l’antico patibolo e il piccolo cimitero a forma di cuore.
Cosa mangiare – Da provare il piatto tradizionale: il coniglio allo steccadò, un’erba aromatica simile alla lavanda. Buone anche le mele carle, specialità tra le più diffuse in Liguria.
1 commento su “Liguria di Ponente tra mare e monti: cosa vedere e cosa mangiare”