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Parma e Piacenza, un Ducato ricco di gusto

E’ uno dei cuori pulsanti della Food Valley italiana. Il territorio che unisce Parma e Piacenza – quelle che una volta erano le terre del Ducato – è un vero e proprio angolo di piacere, uno spaccato di quanto di buono possa offrire il territorio italiano. Non solo le eccellenze dell’enogastronomia, che ci invidia tutto il mondo, ma anche paesaggi incantevoli e tesori storico-artistici che rendono questa zona perfetta per fare del turismo slow.

trippa

Cosa mangiare: non solo salumi…

In un viaggio in questo territorio, il tagliere di salumi e formaggi è d’obbligo. Non solo perché ti trovi nei luoghi in cui vengono prodotte specialità rinomate in tutto il mondo, ma anche perché qui hanno davvero un sapore diverso. Impareggiabile. Tra la pianura padana e le dolci colline che la circondano, ti aspettano Parmigiano-Reggiano e Grana Padano, e Prosciutto di Parma, Culatello di Zibello, Salame di Felino, senza dimenticare il trittico di salumi piacentini: Coppa, Pancetta e Salame.

Ma quando arriva il momento di fare sul serio, nel parmense puoi ordinare piatti della tradizione come la trippa alla parmigiana – chiamata così perché dopo essere stata cotta viene servita con Parmigiano Reggiano – che si mangia con cucchiaio e contornata da brodo. Due secondi importanti sono sicuramente il bollito misto (tradizione ricorrente in tutta la pianura Padana) e la punta di vitello al forno. Nel piacentino torna la tradizione del quinto quarto e delle frattaglie con la trippa, ma anche i primi piatti non sono da meno. Il must? Pisarei e faśö, deliziosi gnocchetti di farina e pangrattato conditi con un sugo a base di fagioli, lardo, cipolla e pomodoro. In alternativa gli anolini, pasta all’uovo ripiena di stracotto, pane grattugiato, Grana Padano e noce moscata, cotti poi nel brodo cosiddetto di terza, ottenuto da tre differenti carni. Da provare anche il tasto o tasca (tast o picaia), punta di vitello ripiena, una specialità molto simile alla cima alla genovese.

I vini dei Colli piacentini e di Parma

Gusti e specialità che si accompagnano ad altri preziosi frutti di questo territorio eccezionale: i vini dei Colli. Nelle due zone distinte di Parma e Piacenza vengono prodotti infatti vini aromatici che ben si sposano con i piatti della cucina tradizionale emiliana.
I colli Piacentini comprendono le quattro valli – Val Tidone, Val D’Arda, Val Trebbia e Val Nure – che circondano Piacenza. Ed è in questi vitigni che nascono i due vini principi della zona: il Gutturnio e il Malvasia. Il primo è ottenuto da uve Barbera e Croatina, nome locale della Bonarda: tradizionalmente frizzante, il Gutturnio viene prodotto anche nella versione ferma e normalmente si beve giovane. Il Malvasia di Candia è un vino aromatico fermo, davvero ricco e complesso, in cui si riconoscono sentori di agrumi, frutta, fiori, note erbacee, miele, e spezie. Oltre a essere uno dei bianchi più tipici della regione, il Malvasia è sicuramente tra i vini più profumati d’Italia.

La tradizione viticola è ben radicata anche nella zona dei colli di Parma. Qui, soprattutto tra i comuni di Langhirano, Felino e Sala Baganza, si è iniziato a produrre vini pregiati già in epoca napoleonica. I vitigni autoctoni maggiormente rappresentati sono il Malvasia di Candia, il Moscato Bianco, Barbera e Bonarda.

Le mete da non perdere

Oltre a essere un paradiso enogastronomico, che può vantare la più alta concentrazione di prodotti DOP e IGP, il territorio di Parma e Piacenza è ideale anche per chi vuole andare alla scoperta di paesaggi rilassanti e bellezze storico artistiche. Le antiche terre del Ducato sono celebri infatti per una fitta rete di fortezze e dimore nobiliari: i Castelli del Ducato, ben 24 meraviglie aperte al pubblico con le loro stanze reali e suggestivi giardini. Il castello di Torrechiara e quello di Gropparello sono due degli esempi più affascinanti e imponenti che ci siano.

Ma non ci sono solo fortezze. Merita sicuramente una tappa il borgo neogotico di Grazzano Visconti, che rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo. E sempre nel piacentino, tra i borghi d’arte non bisogna dimenticare l’antica Bobbio con il suo simbolo, il ponte Gobbo (o ponte del Diavolo).
Nei dintorni di Parma invece si può fare sosta in alcuni Musei del Cibo, come quello del formaggio a Soragna, del prosciutto a Langhirano oppure del salame a Felino: testimonianze uniche anche del grande sapere contadino che contraddistingue l’Emilia Romagna e più in generale l’Italia intera.

labirinto franco maria ricci fontanellato

Gli amanti delle passeggiate e del turismo all’aria aperta possono inoltre percorrere la Via Francigena, l’itinerario che attraversa il cammino dei pellegrini medievali, lo storico tracciato che da Piacenza arriva fino all’Appennino Tosco-Emiliano, passando da Fidenza e da Parma.
Nei pressi di Fontanellato, imperdibile invece il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci: un parco culturale che si estende per sette ettari e comprende un labirinto costituito da bambù di specie diverse, il più grande al mondo di questo genere. Qui è ospitata anche la collezione d’arte di Franco Maria Ricci e la sua casa editrice, oltre a interessanti mostre temporanee.

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