Con la trippa milanesi fanno la busecca, i genovesi la fanno in umido con i legumi, i fiorentini la cuociono al tegame e la accompagnano con salsa di pomodoro come i romani, i lucchesi la condiscono con parmigiano e una leggera grattugiata di cannella, i napoletani ci fanno la zuppa marescialla.
E poi, in Piemonte, c’è Batavia che quando cucina pensa al buono e al bello, al gioco di guardare da tanti punti di vista diversi, di stupire e illudere e, infine, di saziarti lasciandoti la voglia di averne ancora e ancora e questo, tutto sommato, è quello che fanno i veri artisti.
Erroneamente considerata una parte meno nobile di altre, la trippa si consuma sin dai tempi dei greci – che la cuocevano sulla brace – e dei romani – che ne facevano gustose salsicce – ed è oggi la base di moltissime ricette tradizionali italiane. In particolare, la trippa di vitello, come del resto la sua carne, è molto più tenera e delicata. Si tratta di una carne fine, il cui valore nutritivo la rende particolarmente consigliata dal punto di vista dietetico. Per trovare le trippe miste che lo chef ha usato per questo piatto, ti basta andare dal macellaio e chiedere, facilissimo.
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