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Gita al Lingotto. Un paese, a Torino

Per me Torino è soprattutto il Lingotto, un quartiere che ho sempre visto come un paese. Lo dico con cognizione di causa perché ci ho vissuto per qualche mese. Abitavo  in una casa gialla di ringhiera. Non bella forse, ma io l’ho sempre vista così.

Chi visita Torino di solito snobba… questo quartiere che, invece, si raggiunge con una comoda passeggiata dalla Stazione Porta Nuova. Dovete immaginare una città, nella città, o meglio, un paese nella città. La zona è popolare e non c’è una famiglia che non abbia in casa almeno un lavoratore della Fiat, attuale o del passato; c’è il calzolaio, il barbiere con le stesse poltrone che usava negli anni Quaranta, il negozio che vende pigiami (piuttosto immettibili devo dire, ma pazienza!), c’è il lattaio, c’è il droghiere e c’è un mercato a ogni angolo!

Lingotto

E non solo…vivendo qui, ho visto anche parecchie cose piuttosto interessanti! Il mio padrone di casa era un architetto appassionato e con lui, al Lingotto, ho fatto diverse scoperte! Oltre via Corradino, ad esempio, c’è ancora un quartiere di guardia del dazio; in Via Torrazza Piemonte invece, c’è un ciabòt, una tipica casa rurale fatta per i braccianti che lavoravano fuori città, in campagna. In Via Felizzano ecco i tre gioiellini in stile tardo Liberty: sono tre villini del 1924 progettati dal Mollino, lo stesso ingegnere che realizzò Le Molinette, il famoso ospedale di Torino che si trova poco distante.

Ancora architettura: in Via Nizza, al 367 si trova la casa Ricchiardi, uno degli edifici più vecchi e più belli della zona, al 347 c’è la villa Ex-Fornara e al 343 c’è la villa Torta con le sue finestre fatte con l’intonaco colorato, come si usava a fine Ottocento. Pensate che al Lingotto c’è anche una borgata molto particolare: l’Osterietta. Si trova nei pressi di via Nizza ed era un grosso complesso formato da un cascinale e un albergo. Ma sempre più c’è la prima casa multipiano da affitto, in Via Passo Buole.

Al Lingotto c’è anche la Pinacoteca Agnelli

Lingotto Al Lingotto poi c’è anche la struttura della fabbrica Fiat di Mirafiori recuperata e valorizzata dal mitico Renzo Piano (è in assoluto il mio architetto preferito) e se amate come me l’arte c’è la Pinacoteca Agnelli. Pensate che quella grande cupola di vetro era l’unica cosa che riuscivo a vedere dal mio letto negli ultimi giorni di gravidanza. Qui, proprio sul tetto del Lingotto, è esposta la collezione d’arte dell’Avvocato, Giovanni Agnelli, e di sua moglie Marella. E si sà che l’Avvocato in fatto di gusto estetico era un campione.

E infatti, qui dentro, ci sono 23 quadri e 2 sculture. Matisse prima di tutto con ben sette quadri (nessuno in Italia ne ha avuti così tanti), un Balla del 1913, ma anche capolavori del Tiepolo e di Modigliani. E poi non è finita…ecco sei strepitose vedute di Venezia dipinte dal Canaletto, un Picasso del periodo blu e uno della fase cubista, un Renoir e un Manet. E per chiudere in bellezza, le forme straordinarie delle sculture di Antonio Canova (Amore e psiche mi fa sognare): la Danzatrice con il dito al mento e la Danzatrice con le mani sui fianchi.

E in zona Lingotto lavora anche un cuoco molto eccentrico (è anche un mio caro amico!) che vi presenterò tra qualche giorno…stay tuned!

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2 commenti su “Gita al Lingotto. Un paese, a Torino”

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