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Una passeggiata gastronomica per il quartiere Prati, a Roma

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Ci si sente un po’ strani, quando si cammina per il quartiere Prati. Un po’ perché le strade sono piene di caserme e tribunali e licei e tutti questi edifici uno accanto all’altro ti mettono un poco poco di ansia. Un po’ perché ti senti che manca qualcosa. Il Tevere è proprio lì, scorre rapido e melmoso e non si ferma mai. Anche il Palazzaccio sta dove sta e affonda lentamente sul terreno sabbioso; un gradino è già andato, vedere per credere. Pure Castel Sant’Angelo nun se move; la prigione dei papi se ne sta lì, davanti a un bel ponte pieno di angeli dove ogni tanto organizzano le battaglie coi cuscini. Le mura vaticane pendono nel verso giusto, ai loro piedi si stende il serpentone di turisti che aspettano di ritrovarsi col naso all’insu nella Cappella Sistina.

Ma certo! Manca San Pietro, er Cupolone. Manca quello, non si vede da nessuna parte. Sembra che non ci sia. E l’hanno fatto apposta, gli architetti anticlericali che hanno progettato il quartiere. È una cosa voluta, scientifica. San Pietro non lo vedi fino a che non ti ci ritrovi davanti, nella piazza alla quale, un tempo, si accedeva per viine e viuzze tutte strette e piccoline e a un certo punto sbam! te lo ritrovavi davanti, col colonnato e tutto il resto. Poi è arrivato Mussolini e ha fatto fare via della Conciliazione, che comunque non è male, quel vialone che si stende come un tappeto rosso che ti porta dritto dritto a casa del Papa.

Insomma, oggi abbiamo deciso di camminare per queste strade, tra le lacrime degli studenti, le cause perse, i ponti e gli affreschi più belli della storia. Ma camminare mette fame, allora noi ce la pensiamo così: che ogni tot ci fermiamo a mangiare qualcosa. Tanto nel quartiere Prati a Roma è pieno di bar, trattorie, gelaterie e baracchini che preparano tutte le specialità della cucina romanesca. In quel quadratone compreso tra Cipro, Piazza Mazzini, Piazza Cavour e il Vaticano ecco dove mangiare i piatti tipici di Roma, dalla carbonara al baccalà fritto, dalle puntarelle (se è stagione) alla cicorietta ripassata in padella, senza dimenticare i carciofi, le olive nere, il maialino, i saltimbocca, le zucchine romanesche e molto altro. Volete assaggiare la famosa coda alla vaccinara? Vi tocca attraversare il suddetto Ponte degli Angeli e andare nel Rione Renula.

Partiamo dall’inizio e allora partiamo dall’antipasto e da una premessa. L’antipasto è una bella frittata di zucchine di quelle che ancora colano il tuorlo d’uovo mezzo crudo su tutto il piatto e la premessa è che a Roma ci si deve rassegnare al fatto che le trattorie sono sempre, come dire, un po’ bruttine, arredate con le sedie di plastica e le tovaglie di carta. Poi, a sedere su ‘ste sedie ci trovate tutti, dal sagrestano al magistrato, letteralmente.

Allora iniziate dall’Antico Falcone, un ristorante trattoria che si trova all’inizio di via Trionfale dove, oltre alla frittatina, troverete tutti i primi classici della cucina romanesca, secondi di carne e di pesce e tutte le verdure tipiche di Roma, pure il carciofo cotto alla maniera ebraica, fritto e croccante che è una meraviglia.

Seguono rassicurazione e avvertimento: il conto, per quanto ci si sforzi, non supera mai la venticinquina di euro, l’avvertimento è che, non sarò un’esperta di vini, ma quello della casa, ovunque si vada a Roma, raramente soddisfa.

Eccolo, l’interno di Cacio e pepe, trattoria da Gianni

Proseguiamo con i primi piatti. Vi mando da Cacio e Pepe, un posto dove è bello andare quando c’è bel tempo, perché ci si ritrova sul marciapiede con la faccia al sole, la gente che passa e le Poste Italiane a mangiare, ovviamente, una ciotola gigantesca di pasta con una quantità di cacio e di pepe esorbitante, di quelle che ti magni pensando che ti toglieranno la voglia per un bel po’ e e, invece, a sera già ne vorresti un’altra scodellona. Buone anche le polpette al sugo e tutte le altre paste tipiche della cucina di Roma: gricia, carbonara e amatriciana.

Se vi piacciono i panini gourmet, nel senso di panini ripieni di cose buone e gustose, andate da Duecento Gradi dove ordinerete un Cavour, un Malatesta, un Sant’Ignazio o un Verbano per gustare mortadella, pomodori secchi, rucola fresca, salame piccante, salsiccia, fiori di zucca e molto altro.

cosa mangiare a roma quartiere prati
Lo vedete quel locale chiuso a sinistra del portone? È Maraldi, una delle librerie più fornite della città. Ci vanno gli studenti a cercare i libri introvabili per far colpo coi prof. Nel frattempo, uno sta in fila per tutti e prende i gelati di Old Bridge.

A questo punto i dilettanti potrebbero essere già sazi, allora andate a mangiarvi un buon gelato in un bel bar di via Cola di Rienzo, da Caffè Portofino, un bar dove si può prendere un cono gelato gigantesco doppia panna, cioccolato e nocciola. Oppure, andate da Old Bridge Gelateria, proprio in piazza Risorgimento. Se è una bella giornata di sole ci sarà una fila che si confonderà con quella per i musei dall’altra parte della strada.

mercato di via Cola di Rienzo dove mangiare a roma
L’ingresso del mercato di via Cola di Rienzo

Che poi, nel quartiere, è pieno di mercati. il più bello è l’unico in cui non si mangia: il mercato dei Fiori che apre il martedì mattina e si trova vicinissimo all’Antico Falcone, poi ci sono il mercato rionale di via Cola di Rienzo e quello di via Andrea Doria, dategli un’occhiata per piacere dato che lo stavano costruendo quando andavo in quarta ginnasio e hanno finito che mi laureavo.

Verso l’ora dell’aperitivo, proseguite verso via Crescenzio, la via degli avvocati, e andate a bervi un buon bicchiere di vino e a mangiarvi un tagliere di salumi e formaggi puzzoni che ai francesi je famo un baffo da Il Sorpasso. Lì vi sedrete sui motorini parcheggiati fuori al locale, ammirerete i prosciutti appesi dentro e troverete prodotti che dalle campagne di tutta Italia sono arrivati direttamente alla cucina, come il Blu di Lanzo, una toma torinese che a Roma non sfigura affatto.

E la sera basta cibo, andate a sentire un po’ di jazz all’Alexanderplatz Jazz Club, locale storico di Roma dove vi dovete tesserare, ma solo la prima volta, poi vi godete una vita di bella musica fiché dura.

 

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