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San Salvario, il quartiere multietnico di Torino

La prima volta è stata in pieno giorno. Sono capitata a San Salvario alle due del pomeriggio. Dove? A San Salvario, vi dicevo, un quartiere di Torino molto particolare, tra la Stazione di Porta Nuova e il Parco del Valentino. Vi chiederete perché stia a precisarvi così tanto l’orario. Beh, perché è fondamentale. San Salvario cambia completamente a seconda dello scorrere della giornata e, soprattutto, della nottata. Già, perché siamo davanti a una zona di Torino che, mentre di giorno è sonnacchiosa (ma non per questo senza sorprese, e leggerete), di notte diventa incredibilmente viva, anzi, direi che in certe strade si fa fatica anche a camminare, tanta è la gente.

San-Salvario

Ma c’è un’altra ragione per la quale San Salvario è conosciuto: siamo in un quartiere profondamente multietinico. Le ragioni sono storiche: è stata fondato qui il primo stabilimento Fiat, qui È così dalla fine dell’Ottocento, quando al Valentino si tenne l’Expo alla fine dell’Ottocento e quest’area, nel tempo, divenne importante per i commerci. Tra il 1846 e il 1854, infatti, si progettò interamente il quartiere che oggi è un esempio di convivenza multietnica. Volete qualche esempio? Pensate che nel raggio di poche vie, si praticano quattro religioni: cattolica, valdese, ebraica e musulmana.

Passeggiando per le vie di San Salvario… 

Appassionati di architetture particolari? Beh, i palazzi più interessanti sono in via Nizza, via Saluzzo e largo Saluzzo. Ma non voglio raccontarvi delle facciate Ottocentesche o Liberty, pur bellissime, ma più note. Piuttosto mi piacerebbe accompagnarvi a vedere qualche curiosità. Ad esempio, qui ci sono due case, dei Draghi e dei Pipistrelli in via Madama Cristina, molto particolari. La prima è strana per via del portone intarsiato di inquietanti figure luciferine, con una pensilina retta da due draghi. La casa dei Pipistrelli, invece, ha una pianta insolitamente triangolare e ha i balconi retti da grossi pipistrelli. Inquietante anche la casa Calleri-Mossotto, in via Saluzzo 21, con il grande portone in legno dove sono intagliate putti che sfidano draghi e serpenti.

San-Salvario

Proseguiamo su questa strada? Ok, accetto la sfida e vi dico che a San Salvario c’è anche un museo molto particolare. Si tratta del Museo di Anatomia Umana in corso Massimo d’Azeglio. Certo, per visitarlo, bisogna essere amanti del genere! Volete qualcosa di più leggero? Vi capisco. Eccovi serviti con il Museo della frutta con una collezione di oltre mille frutti plastici realizzati nell’Ottocento.

Voglia di di gustare qualcosa di buono? Tranquilli! Sapete che con me andate a colpo sicuro! Inoltre, le etnie di San Salvario si riflettono anche nella gastronomia. Tra l’altro, qui, in piazza Madama Cristina c’è il terzo mercato più grande di Torino per dimensioni. Inoltre qui confluivano i venditori del Monferrato, delle Langhe e del Saluzzese e, oggi, questi prodotti s’incrociano con quelli più etnici.

San Salvario locali: i miei peccati (di gola) preferiti

  • Gelateria Cono d’Oro

Qui non posso resistere alla tentazione di un cono fiordarancio e melaverde. Una goduria! Corso Vittorio Emanuele II, 41

  • Trattoria Dai Saletta

Mi piace perché la cucina è davvero famigliare e, soprattutto, perché qui mangio la trippa di Moncalieri, tagliata sottile e condita con olio rosa o le tagliatelle con le patate lesse e la toma di Lanzo. Via Belfiore 37

  • Panetteria Bertino

Forniva la casa reale di Torino dal 1854 ed è una delle poche in Europa a disporre di un forno in pietra che va acceso ogni giorno, anche se non si cuoce il pane. Via Gallinari 14

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  • Antica Torrefazione Samambaia

Il caffè lo compro solo in questo luogo che propone miscele di caffè dal 1910. E, se capito in zona, lo bevo anche, ovviamente, accompagnato da uno strudel o da una tortina di mele. Via Madama Cristina 20/g

  • Ficini

E invece qui siamo nel paradiso della vera focaccia genovese. Mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci! Via Berthollet, 50

  • Lait e Formagg

Ce ne sono per tutti i gusti: freschi e stagionati, locali e sudafricani, di mucca, di capra e misti. Parlo di formaggio! Via Madama Cristina 18

I peccati (di shopping) preferiti!

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  • Cappelleria Viarani

Cappelleria storica della città, qui, negli anni, ho acquistato qualche raffinatezza che custodisco gelosamente! Corso Vittorio Emanuele II, 27

  • Telerie Piperno

Fortunata Piperno discende dagli storici venditori di stoffe romani che si sono trasferiti a San Salvario nel 1870. Quando entro in questa antica bottega, automaticamente evoco ricordi lontani: le stoffe magrebine, i pizzi, i merletti, i lini e le sete…oh, che sogno! Via Berthollet, 25

  • Teneri Ricordi

E quando voglio portare un bel regalo alle mie bambine vado qui, da Maria Elia La Cava. Le sue bambole in porcellana sono magnifiche oltre che vestite con abiti da far girar la testa! Via Principe Tommaso 18/a

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2 commenti su “San Salvario, il quartiere multietnico di Torino”

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