Come si cucina lo stinco di vitello? Ecco un articolo in cui vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sullo stinco di vitello: il taglio e le sue caratteristiche, come cucinarlo e le ricette tipiche regionali.
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Strano ma vero, lo stinco di vitello è considerato untaglio di carne di terza categoria. Chiamato anche geretto, lo stinco è uno di quei tagli – come la braciola o la bistecca – che si compongono di due parti: una di osso e una di carne (e grasso!). Esistono due tipi di stinco: quello anteriore e quello posteriore.
Cosa cucinare con lo stinco?
Il geretto posteriore è più tenero di quello anteriore ed è considerato anche più pregiato. Perché? Ha meno nervetti ed è più grosso di quello anteriore ed è perfetto da fare arrosto. Quello anteriore, più piccolo e più ricco di tessuto connettivo, resisterà meglio alle lunghe cotture e può essere usato per fare bolliti, stufati e brasati. Però, essendo queste cotture piuttosto lunghe, per far sì che i tessuti della carne si mantengano teneri, bisogna comunque ricordarsi di tenere una temperatura di cottura bassa e di bagnare la carne con un fondo adeguato.
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L’osso dello stinco ha una succulenta particolarità: è ricchissimo di midollo osseo… ma ancora non l’avete capito?
Lo stinco di vitello tagliato a fettone spesse non è altro che il famoso ossobuco, il grande protagonista della ricetta milanese.
Tutte le ricette con lo stinco di vitello
Lo stinco di vitello al forno è un classico della tradizione, perfetto per il pranzo della domenica!
Per un sapore agrodolce e particolare, questa ricetta dello chef Giancarlo Morelli è da provare!
Stinco bardato al forno, perfetto per un pranzo in famiglia!
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