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Mercato di Porta Palazzo, un modello di integrazione

Mercato di Porta Palazzo a Torino
Banchi di frutti esotici ed essicati

C’è il venditore di menta marocchino accanto all’ambulante torinese che offre solo uova. C’è chi propone esclusivamente aglio e cipolle e chi ha la passione per rape e cavoli e ne ha il banco pieno.

C’è l’Oriente e c’è l’Occidente in uno straordinario incrocio di culture. Questo è il mercato di Porta Palazzo di Torino, il più grande mercato di frutta e di verdura all’aperto d’Europa. Non ditemi che ormai i mercati misti (e per misti intendo con venditori italiani e non), sono ovunque. Vero. Verissimo.

Mercato di Porta palazzo a Torino
La regina delle uova! E che buone!

Ma qui c’è una differenza. Qui la volontà di far funzionare bene il mercato di Porta Palazzo è comune. Qui si assiste a un’integrazione vera, con ambulanti di qualunque nazionalità che si impegnano per rendere la zona sicura, evitare che accadano episodi di borseggio o di furti. Qui si vedono vicini di banco che si scambiano merci, che chiacchierano, che si informano della salute dei rispettivi figli.

Qui si respira un’aria diversa. Edmondo De Amicis (vi ricordate il libro Cuore), scriveva “per vederla in tutta la sua bellezza bisogna capitarvi una mattina di sabato d’inverno, in pieno mercato. Uno Zolà torinese potrebbe mettere lì la scena di un romanzo intitolato Il ventre di Torino”.

 Mercato di Porta Palazzo a Torino: incontro multiculturale

Il Mercato di Porta Palazzo è l’anima di un quartiere che storicamente ha avuto uno dei tassi di immigrazione più alti della città. Negli anni Cinquanta, chi arrivava a Torino (e sono stati in tanti) si stabiliva qui; e oggi come allora Porta Palazzo è un luogo di incontro e di scambio di tradizioni, culture anche di gastronomie differenti! Avete bisogno dei taralli pugliesi? Ci sono. Servono gli ingredienti per un piatto cinese? C’è l’imbarazzo della scelta. Dovete cucinare iraniano? Eccovi serviti. Qui trovate tutto.

Mercato di Porta Palazzo a Torino
I miei ultimi acquisti al Mercato di Porta Palazzo di Torino

Anche dal punto di vista residenziale, il quartiere di Porta Palazzo è un esempio di integrazione. Ne parlavo l’altro giorno con una signora che vende dei magnifici orecchini fatti con materiale di riciclo in un negozietto della zona. Mi raccontava che proprio questo quartiere è stato scelto per ospitare dei progetti di housing sociale, cioè nuovi modi di abitare in cui si coopera, si condividono spazi e servizi. Qualche esempio? La residenza Housing Giulia, in via Cigna 14, dove possono risiedere studenti o persone che hanno bisogno di una casa per un periodo limitato, ma anche Cohousing Numero Zero, in via Cottolengo 4, una casa abitata da single, coppie e famiglie che condividono cene, feste, micronidi, biblioteca, cinema, aiuto reciproco. Ah, e se volete sperimentare il modello, qui si può anche soggiornare nei due bed&brekfast che gli abitanti della casa hanno aperto “Tutto a posto”, un delizioso appartamentino messo a disposizione da Chiara e Matteo e “Senza soffitto senza cucina”, il b&b di Alessandra e Paolo, altra famiglia che vive qui.

E secondo voi, in un quartiere così etnico poteva mancare un hammam? No, e, infatti, c’è ed è il bagno turco di Porta Palazzo (via Fiocchetto 15) aperto nella sede del circolo culturale italo-arabo. E al termine del relax? Una cenetta sempre qui al ristorante Al Andalus (16 euro dall’antipasto al dolce, tutto rigorosamente arabo).

C’è di tutto vero? E vi dirò di più. Se come me siete anche appassionati di antiquariato veniteci di sabato quando, dalle 7 alle 19 c’è il Balon, un mitico mercato dell’antiquariato che conserva la filosofia degli antichi mercati delle pulci.

Avete capito adesso perché amo così tanto questa città?

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